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Célestin Freinet

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Freinet è l’educatore che occupa la posizione di maggior prestigio nel panorama pedagogico del Novecento, con una passione educativa, un’umiltà e una ingenuità calate in un’azione che non conosce pause. All’inizio della Seconda guerra mondiale, internato in un campo di concentramento, introduce corsi per analfabeti e organizza la formazione sindacale dei contadini. Finito il conflitto, tornato a Vence, di fronte alla “sua” scuola ridotta in macerie e con la comunità dei suoi sostenitori ormai dispersa, riprende dall’inizio il suo lavoro di educatore e promotore culturale. Freinet è l’ideatore e il sostenitore appassionato di una  scuola popolare  costruita su misura della cultura del popolo, una scuola moderna e democratica capace di sottrarsi alle lusinghe teoriche e intellettualistiche delle numerose scuole nuove del primo Novecento, perché sostenuta da  nuovi contenuti  e da  nuovi valori : la cultura del popolo e dei suoi bisogni espressivi, il lavoro, la vita comunitaria nel

Jaques Maritain

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  VITA:   Jaques Maritain nacque a Parigi nel 1882 da una famiglia protestante.   Maritain visse una giovinezza inquieta a causa della sua insoddisfazione nei confronti della cultura relativista e positivista dominante negli ambienti accademici parigini. Maritain si laureò in filosofia alla Sorbona. Ben presto si convertì al cattolicesimo. Egli svolse l'attività di insegnamento prima all'istituto cattolico di Parigi, poi alla Columbia University ed infine anche all'Università di Chicago. La moglie Raissa fu un pilastro della sua vita sia dal punto di vista affettivo sia da quello lavorativo, in quanto fu una sua fedele collaboratrice. Durante il periodo bellico si trasferì a New York dove diresse la "Scuola Libera di Alti Studi".   Il pensiero educativo di Maritain è presente negli scritti di tipo politico, filosofico o religioso. Dopo la seconda guerra mondiale fu ambasciatore della Repubblica francese presso il Vaticano. Nel 1961, in seguito alla morte della mog

Welfare State

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  WELFARE STATE:  insieme di politiche sociali destinate a fornire protezione contro rischi e bisogni che possono presentarsi nella vita degli individui.  L’origine   del Welfare State coincide con la nascita dei primi sistemi di assicurazione obbligatoria che sono sorti negli anni 1880-1920. Nel sistema di Welfare State lo Stato ricopre contemporaneamente molti ruoli: quelli di finanziatore, di programmatore e di erogatore dei servizi destinati a modificare la distribuzione del reddito che avviene attraverso il mercato. L’obbiettivo è fornire protezione sociale ai cittadini. Il welfare state conosce una fase di fortissima  espansione  negli anni 1945-1975, periodo in cui in moltissimi paesi vi fu un incremento e un miglioramento della protezione che lo Stato offriva ai cittadini. Intorno agli ’70 questo sistema comincia però ad entrare in  crisi  a causa di diversi fattori: si passa da un’economia in crescita, e pertanto in grado di sostenere il welfare state, ad un’economia lenta, in

Maria Montessori (pedagogia)

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Il metodo montessoriano parte dallo studio dei bambini e delle bambine con problemi psichici, espandendosi allo studio dell’educazione per tutti i bambini. La Montessori stessa sosteneva che il metodo applicato su persone subnormali aveva effetti stimolanti anche se applicato all’educazione di bambini normali. Il suo pensiero identifica il bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali, che l’adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive. Il principio fondamentale deve essere la libertà dell’allievo, poiché solo la libertà favorisce la creatività del bambino già presente nella sua natura. Dalla libertà deve emergere la disciplina. Per Maria Montessori la disciplina deriva dal lavoro libero, questa nasce solo quando nel bambino emerge l’interesse autentico, ossia quando egli sceglie il lavoro assecondando il proprio istinto, capace di procurare uno stato di raccoglimento assoluto. Compito dell’insegnante sarà lavorare

John Dewey

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  Egli s viluppò i presupposti del pragmatismo in una prospettiva originale, da lui denominata "strumentalismo". Dopo aver insegnato nella scuola media superiore, conseguì il dottorato di filosofia presso l'università di Baltimora, dove si dedicò allo studio del pensiero di Hegel. In seguito, si allontanò e approfondi i temi del pragmatismo. Dal 1894 insegno filosofia all'università di Chicago, dove rimase fino al pensionamento nel 1929. Le sue numerose opere spaziano dal campo della psicologia a quello della pedagogia, dalla logica ai problemi della religione, dall'etica all'estetica. Si ricordano le principali: il mio credo pedagogico (1897), come pensiamo (1910), democrazia e educazione (1916), la ricerca della certezza (1929), etica (1908), arte come esperienza (1934), logica, teoria dell'indagine (1938) ed esperienza e educazione (1938). Ancora a novantenni, nel 1948, Dewey pubblicò Conoscenza e transazione.  LO STRUMENTALISMO Dewey muove dall'esi

Le arti tribali

Una forma d'arte che mosse molte domande da parte degli antropologi fu l'arte africana. Particolarmente interessanti sono le arti dei Kalabari, che molti antropologi, tra cui Robin Horton, hanno studiato: secondo loro, le costruzioni artistiche rappresentava un tentativo delle persone di contenere gli spiriti maligni. Infatti non avevano alcun scopo estetico, ma protetto: dovevano infatti presentare il nome dello spirito imprigionato.  Un altro esempio può ritrovarsi presso le popolazioni Yoruba della Nigeria, venivano spesso create delle maschere, le egungun e le gelide: le prime di carattere sacro, le seconde di carattere profano. Un caso ancora più interessante è quello della Nuova Guinea, presso gli Abelem, i quali sono soliti a commerciare tale dipinte, da appendere nelle caverne dove abitano, come rito di iniziazione. Secondo l'antropologo Antony Forge, queste talìvole dovevano avere funzione magica di protezione della caverna o delle terre. Anche in queso caso, il ca

Antropologia

CREATIVITA' E CULTURA L'essere umano ha la capacità e la necessità di creare sempre nuove forme culturali: è un essere estremamente creativo. Una delle maggiori espressioni della creatività sono la festa e il rito. La differenza maggiore tra rito e festa è che il primo ha un'organizzazione specifica, mentre la festa può essere anche personale, e non di matrice religiosa. Infatti, tra i due, la festa è l'atto maggiormente creativo e più comunitari, in cui molte persone si trovano a celebrare uno stesso avvenimento (definizione dell'antropologo Turner). Infatti, altri studiosi hanno individuato la funzione della festa proprio come creante di comunità; altri invece la considerano una descrizione sociale. L'ARTE, LE ARTI E L'ESPRESSIONE ESTETICA Una delle forme in cui meglio riconosciamo la creatività umana è l'arte. L'arte rientra in quei concetti che l'antropologo Clifford Geertz ha chiamato vicini all'esperienza, ovvero che all'interno di