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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

John Dewey

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  Egli s viluppò i presupposti del pragmatismo in una prospettiva originale, da lui denominata "strumentalismo". Dopo aver insegnato nella scuola media superiore, conseguì il dottorato di filosofia presso l'università di Baltimora, dove si dedicò allo studio del pensiero di Hegel. In seguito, si allontanò e approfondi i temi del pragmatismo. Dal 1894 insegno filosofia all'università di Chicago, dove rimase fino al pensionamento nel 1929. Le sue numerose opere spaziano dal campo della psicologia a quello della pedagogia, dalla logica ai problemi della religione, dall'etica all'estetica. Si ricordano le principali: il mio credo pedagogico (1897), come pensiamo (1910), democrazia e educazione (1916), la ricerca della certezza (1929), etica (1908), arte come esperienza (1934), logica, teoria dell'indagine (1938) ed esperienza e educazione (1938). Ancora a novantenni, nel 1948, Dewey pubblicò Conoscenza e transazione.  LO STRUMENTALISMO Dewey muove dall'esi

Le arti tribali

Una forma d'arte che mosse molte domande da parte degli antropologi fu l'arte africana. Particolarmente interessanti sono le arti dei Kalabari, che molti antropologi, tra cui Robin Horton, hanno studiato: secondo loro, le costruzioni artistiche rappresentava un tentativo delle persone di contenere gli spiriti maligni. Infatti non avevano alcun scopo estetico, ma protetto: dovevano infatti presentare il nome dello spirito imprigionato.  Un altro esempio può ritrovarsi presso le popolazioni Yoruba della Nigeria, venivano spesso create delle maschere, le egungun e le gelide: le prime di carattere sacro, le seconde di carattere profano. Un caso ancora più interessante è quello della Nuova Guinea, presso gli Abelem, i quali sono soliti a commerciare tale dipinte, da appendere nelle caverne dove abitano, come rito di iniziazione. Secondo l'antropologo Antony Forge, queste talìvole dovevano avere funzione magica di protezione della caverna o delle terre. Anche in queso caso, il ca

Antropologia

CREATIVITA' E CULTURA L'essere umano ha la capacità e la necessità di creare sempre nuove forme culturali: è un essere estremamente creativo. Una delle maggiori espressioni della creatività sono la festa e il rito. La differenza maggiore tra rito e festa è che il primo ha un'organizzazione specifica, mentre la festa può essere anche personale, e non di matrice religiosa. Infatti, tra i due, la festa è l'atto maggiormente creativo e più comunitari, in cui molte persone si trovano a celebrare uno stesso avvenimento (definizione dell'antropologo Turner). Infatti, altri studiosi hanno individuato la funzione della festa proprio come creante di comunità; altri invece la considerano una descrizione sociale. L'ARTE, LE ARTI E L'ESPRESSIONE ESTETICA Una delle forme in cui meglio riconosciamo la creatività umana è l'arte. L'arte rientra in quei concetti che l'antropologo Clifford Geertz ha chiamato vicini all'esperienza, ovvero che all'interno di

I MASS MEDIA E I NEW MEDIA

Quando la comunicazione mediale permette agli interlocutori di rivolgersi ad un grandissimo numero di persone si parla di comunicazione di massa. Nella definizione di massa è sempre rientrata una grande quantità di persone passive, anche se recenti stufi hanno smentito questa passività: le persone utilizzano infatti, i media a loro vantaggio. Nonostante questo rimane una quasi comunicazione: non si crea infatti una vera e propria interazione; oggi si fa infatti riferimento al concetto di comunicazione unidirezionale.  Infatti, si sta sempre più diffondendo l'ideale di New Media: mezzi mediatici che hanno il compito di diffondere informazioni, più che creare una vera e propria comunicazione: la comunicazione è dunque alla pari, vi è un'interazione paritaria. Un esempio lampante è internet. La rivoluzione digitale ha permesso di introdurre due importanti novità nel mondo della comunicazione: in primo luogo, la possibilità di trattare le informazioni attraverso un unico codice di

IL LINGUAGGIO

Abbiamo parlato dell'importanza di n codice comune di comunicazione; un esempio concreto potrebbe essere la lingua parlata, o più in generale il linguaggio: il linguaggio è la capacità generale dell'uomo di esprimersi attraverso gesti  e segni fonetici, in modo tale da tramettere ai propri simili significati anche molto complessi. Esso è l'applicazione concreta di un codice, con lo scopo di comunicare. Nonostante questo, il linguaggio non è mai un carattere naturale dell'essere umano, ma una convenzione sociale, ovvero l'istituzionalizzazione di norme sociali: deve essere appreso e non è innato. Come aveva espresso Emile Durkheim, il linguaggio è una tipica istituzione sociale, e per questo appare esterna e coercitiva rispetto alla volontà e ai desideri umani.  DIVERSI TIPI DI COMUNICAZIONE: LA COMUNICAZIONE NON VERBALE Oltre alla comunicazione verbale, esiste anche la comunicazione non verbale, che non permette però di raggiungere lo stesso grado di comprensibilità

LA COMUNICAZIONE E LA QUASI COMUNICAZIONE

E' bene dire che non tutti i media funzionano allo stesso modo: esistono alcuni mezzi, come il telefono, che potenzia la comunicazione interpersonale, mentre mezzi come la radio creano un nuovo tipo di comunicazione, detta quasi comunicazione. Infatti, il suo scopo è quello di comunicare al numero massimo di persone possibili, senza prendere in considerazione la loro risposta. DOMANDE PAGINA 429 1. il linguaggio naturale è costituito da gesti, quello artificiale da assiomi. 2.  il linguaggio non è mai un carattere naturale dell'essere umano, ma una convenzione sociale, ovvero l'istituzionalizzazione di norme sociali: deve essere appreso e non è innato. DOMANDE PAGINA 431 1. la comunicazione non verbale si costituisce di gesti, che sono facilmente fraintendibili ed è per questo meno sicura della comunicazione verbale. 2. on è sempre possibile comunicare direttamente: a volte è necessario ricorrere a mezzi di mediazione. 3. la comunicazione interpersonale, ovvero faccia a fac

COSA SIGNIFICA COMUNICARE?

 COSA SIGNIFICA COMUNICARE? Per vivere in una comunità siamo costretti a comunicare; però, anche se è un'azione che compiamo giornalmente, spesso dimentichiamo quanto complessa sia realmente. Infatti, comunicare significa mettere in comune con gli altri rappresentazioni mentali, che hanno un determinato significato.  Per rendere la comunicazione ottimale, è necessario creare delle condizioni di base. La prima conduzione è che esista un canale, ovvero che ci siano almeno due persone; la seconda condizione è che i significati vengano messi in comune, ovvero che esista un messaggio; la terza condizione è che i soggetti di possano comprendere l'un l'altro, ovvero che esista un codice comune, un linguaggio condiviso; la quarta condizione è l'esistenza della volontà di comunicare. Questo  schema  ricalca quello del famoso linguista russo  Roman Jakobson . DOMANDE PAGINA 428 1.  comunicare significa mettere in comune con gli altri rappresentazioni mentali, che hanno un determi