pedagogia: esponenti post-unitari

Vincenzo Cuoco nacque a Civitacampomarano (Campobasso) nel 1770; la sua famiglia, di estrazione borghese, lo avviò agli studi di giurisprudenza che non completò mai, sentendosi invece più incline alla filosofia e alla letteratura che coltivò assiduamente. Tra i suoi interessi ebbero un ruolo particolare lo studio della storia e della cultura delle antiche popolazioni italiche.

Affermò che nessuna rivoluzione può essere imposta e sostenne che ogni popolo deve avere una sua propria costituzione adeguata alle sue caratteristiche, alla sua cultura e alla sua storia. E’ assurdo illudersi che vi siano valori universalmente validi e universalmente applicabili a prescindere dalle particolari realtà storiche e sociali: tale è l’errore commesso dall’illuminismo, che pecca di astrattezza nella misura in cui pretende di universalizzare e di assolutizzare ogni cosa. Ogni realtà ha le sue condizioni e le sue peculiarità, sicchè non è detto che, quanto risulta ottimo a Parigi, tale risulti anche a Napoli. Troviamo, pertanto, in Cuoco, i germi del nascente Romanticismo, con la sua attenzione per le realtà particolari, di contro all’Illuminismo ormai tramontante. A proposito del fallimento della rivoluzione napoletana.


Giuseppe Mazzini: Il suo pensiero politico è centrato sull'idea di nazione come prodotto di un processo educativo, in cui le masse dovranno acquisire quella coscienza che è la sola ed essenziale condizione per il raggiungimento dell'unità e dell'indipendenza. Il Risorgimento italiano sarà dunque possibile attraverso l'elevazione morale e politica del popolo, conseguibile con un innalzamento culturale generale. Quest' ultimo risulterà dalla convergenza di istruzione e di formazione etica tesa a sviluppare nell'uomo la conoscenza dei suoi doveri. Ma il pensiero di Mazzini si muove dentro un orizzonte religioso: Dio (ma con questo termine non si deve intendere quello di una confessione particolare, ma un assoluto spirituale immanente che agisce nella storia) ha imposto all'umanità la legge del progresso verso la libertà secondo un disegno educatore provvidenziale. Il progetto dell'unità nazionale assume pertanto i contorni di una missione, di una fede cui ciascuno deve dedicare e sacrificare l'intera vita. In un quadro democratico e rivoluzionario, Mazzini chiarisce dunque il legame tra educazione popolare ed emancipazione politica.

Antonio Rosmini:La  visione educativa di Rosmini parte dal presupposto che il bambino debba essere educato con metodo deduttivo, occorre partire dal generale per arrivare al particolare. L’insegnante deve procedere con gradualità, rispettando lo sviluppo della mente che parte dalle cose conosciute per arrivare a quelle sconosciute.

Come è intuibile, il metodo deduttivo è avallato dalla teoria della conoscenza, intesa come incontro tra l’dea generale e l’esperienza, l’idea dell’Essere e l’esperienza sensibile. La religione ha l’importante compito di facilitare l’incontro tra l’esperienza del bambino e l’idea dell’Essere proveniente da Dio. La conoscenza quindi deve essere un processo unitario di armonizzazione tra esperienza ed Essere.

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